Essere Scuola Changemaker nel 2020: sfide e occasioni per un cambiamento partecipato

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Il 2020 raccontato da Antonella Maria Semilia, Insegnante Changemaker e docente di Diritto ed Economia presso l'ITE Tosi di Busto Arsizio, eletta Scuola Changemaker nel 2019.

Quest’anno siamo stati, nostro malgrado, testimoni di un futuro già presente, in pochissimo tempo abbiamo dovuto immaginare e trovare soluzioni per affrontare la realtà, per poter garantire ai nostri studenti il loro diritto all’istruzione ed evitare che si trovassero improvvisamente soli, senza il loro principale punto di riferimento e rete di sostegno sociale che è la scuola.

L’uso della tecnologia, che già dal primo giorno di lock down ci ha permesso di attivare una didattica a distanza, sebbene fondamentale, non era sufficiente a colmare l’improvviso vuoto.
Era cambiato l’ambiente di apprendimento, nella forma, ma soprattutto nei processi e nelle modalità di apprendimento.

La didattica per competenze che usiamo già da tempo, è stata un vantaggio, ma non bastava; era necessario progettare lezioni ad hoc, rivedere tempi, realizzare la valutazione come processo diffuso e continuo, dato che non si trattava semplicemente di trasporre quello che si faceva prima in un altro contesto.
Una sfida che ha dato l’opportunità di accelerare il cambiamento, abbracciarlo con maggiore consapevolezza, e di riflettere sul nostro ruolo di educatori.
Un’occasione per stimolare pratiche importanti di solidarietà, come internamente la formazione continua nell’uso delle TIC e delle metodologie didattiche innovative, ed all’esterno facendo rete con istituti ed enti del territorio nazionale, sostenere scuole prive di formazione e di esperienza divulgando buone pratiche, realizzando incontri a distanza e fornendo materiali
Si è evidenziato quanto la formazione dei docenti sia importante e contribuisce a trasformarne il ruolo dal “trasmettere conoscenze” ad “accompagnare” lo studente nel diventare vero attore del suo apprendimento.
La formazione svincola da vecchi paradigmi che non rispondono più ai reali bisogni dei nostri studenti, serve una didattica che li abiliti ad acquisire e gestire le loro competenze.

Una Scuola Changemaker sente la responsabilità di contribuire al cambiamento, sostenerlo, diffonderlo. Il vero cambiamento è quello che non resta isolato in pochi contesti, ma a cui tutti partecipano.
Significa scegliere di vedere opportunità anche nei momenti di difficoltà, di cambiare prospettiva, sperimentare soluzioni aprendosi a nuove possibilità.


Non sappiamo ancora quando potremo tornare stabilmente in classe, pertanto come comunità educante, consolidando l’esperienza di quest’anno, l’impegno deve essere di affrontare le criticità emerse, come ad esempio il “digital divide” o le difficoltà degli studenti più fragili, fortemente messe in rilievo dalla DAD, per evitare che il cambiamento diventi “esclusivo”. Su questo si deve intervenire.


Sarà necessario ripensare un curricolo partendo da modalità di insegnamento ed apprendimento diverse da quelle che sino ad oggi siamo stati abituati a seguire, con la finalità di garantire adeguati livelli di apprendimento.
Sicuramente nulla sarà più come prima e di questo la scuola non potrà non tenerne conto nella sua evoluzione.