Incentivare il protagonismo giovanile e costruire una grande comunità di ragazze e di ragazzi promotori del cambiamento sociale. Questo l’obiettivo del progetto “Gen C: generazione changemaker” promosso da Ashoka e dall’Agenzia Nazionale per i giovani. «Siamo convinti che ciascuno possa fare la differenza, e solo attivando il “potere trasformativo” di cittadini, comunità e organizzazioni possiamo generare dei cambiamenti sistemici in grado di agire sulle profonde disuguaglianze di questa epoca». Esordisce così Federico Mento, direttore di Ashoka Italia. «Ashoka è un’ONG nata nel 1980. Inizialmente, la sua missione si focalizzava sulla selezione e il supporto di imprenditrici ed imprenditori sociali, affinché potessero potenziare il proprio impatto nelle comunità – prosegue il direttore -. A partire dal 2005, Ashoka ha ampliato la sua missione abbracciando l’idea che ciascuno, come individuo, organizzazione o istituzione, possa diventare un attore del cambiamento».

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Solo attivando il “potere trasformativo” di cittadini, comunità e organizzazioni possiamo generare dei cambiamenti sistemici in grado di agire sulle profonde disuguaglianze di questa epoca
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“Gen C” è articolato in due fasi: una prima di «analisi, finalizzata a raccogliere dati e informazioni sul protagonismo delle nuove generazioni in Italia, scovando progetti e iniziative messe in moto proprio dai giovani. Dopodichè, nella seconda fase, tutte queste esperienze vengono messe a sistema affinché non rimangano isolate, ma comunichino l’una con l’altra creando un forte apparato che possa determinare cambiamento e rappresentare fonte di ispirazione per altri». Nel progetto hanno un ruolo fondamentale le donne, giovani e giovanissime, sulle quali Ashoka investe moltissimo poichè, nonostante ancora non pienamente inserite nella leadership del nostro Paese, rappresentano una forza sociale potentissima e desiderosa di innescare cambiamento. «Con Generazione C abbiamo avuto conferma di quanto sia determinante e prezioso il contributo delle donne come agenti di cambiamento – sottolinea Mento -. Ragazze e giovani donne che con passione, capacità e competenza lavorano per il bene comune. Affrontano temi di grande urgenza, hanno la capacità di mobilitare le coetanee, attivano i propri territori, agiscono in una dimensione autenticamente europea» 

Scopri i profili di alcune giovani donne che partecipano al progetto Gen C dal numero marzo – aprile della rivista Fondazioni, leggilo intero qui

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