Chi è un Changemaker?

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Source: Ashoka

Bill Drayton è stato il primo ad utilizzare il termine e in molti si sono chiesti quale fosse il significato di questo neologismo "Ashokiano".

Changemaker

 

Cosa ci vuole per essere un Changemaker?

Il termine è stato utilizzato davanti al grande pubblico da Bill Clinton durante la Conferenza Nazionale dei Democratici nello scorso aprile. Il termine è stato coniato da Bill Drayton, fondatore di Ashoka. Per noi di Ashoka – una rete che si dedica da più di tre decenni a costruire un mondo dove tutti possono essere changemaker – è gratificante vedere come il termine sia diventato parte della coscienza collettiva. E lo è ancora di più quando questo accende il dibattito su chi possa qualificarsi come changemaker

Un esempio di veri changemaker sono alcuni bambini di Haiti che hanno innovato il sistema di sicurezza stradale, i camionisti americani che aiutano a prevenire il traffico di esseri umani, così come i premi Nobel che hanno creato il microcredito in Bangladesh o che lottano per i diritti dei bambini in India. Possono essere di qualunque paese del mondo, far parte di qualunque settore e cosa più importante, essere di qualunque orientamento politico.

Dunque, se non distinguiamo un changemaker dal colore della sua bandiera, quali sono le qualità che lo caratterizzano?

 

Il changemaker mira tenacemente al bene comune

Sa fare buon uso dell'empatia per identificare un problema specifico o un’opportunità da sfruttare all'interno del suo ambiente, e si permette di fare qualcosa a riguardo. Ma va anche oltre. Il changemaker non si ferma mai. Immaginate una bambina che vuole proteggere l’ambiente riciclando plastica: agendo, muove i primi passi verso il cambiamento. Ma quando riciclare diventa una pratica diffusa, lei non si ferma e decide di affrontare le prossime sfide nella gestione delle risorse.

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Il changemaker va oltre il mito dell’ ”eroe solitario”

Non tutti i changemaker avviano la propria start-up. A volte è una persona all’interno di un’organizzazione che fa davvero la differenza. Ad esempio, un impiegato di una compagnia telefonica in Olanda ha lavorato molto per aiutare i micro-imprenditori delle zone più povere dell’India, connettendoli e migliorandone la logistica grazie ad un indirizzo e-mail fornito insieme al cellulare. Oppure c’è stato un impiegato di una compagnia farmaceutica britannica che ha iniziato a sviluppare un kit per la diagnosi accurato e a basso costo, dopo aver assistito alla morte del figlio di un amico a causa di un’anemia non diagnosticata, in Kenya. Detti “social intrapreneurs”, o “intra-prenditori” sociali, queste persone giocano un ruolo chiave nelle loro organizzazioni e possono portarle ad innovare verso un maggior impatto sociale.

Viviamo in mondo sempre più interconnesso e che si evolve sempre più rapidamente. La complessità e la portata delle sfide globali richiedono una moltitudine variegata di changemaker

Come ha detto George Roter, fondatore di Engineers Without Borders, “Tutti hanno il changemaking nel proprio DNA; è solo questione di liberarlo”.

 

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