Hello Europe: La migrazione che fa innovazione 2018 - 2019

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Ashoka ha lanciato nel 2016 Hello Europe, una piattaforma per promuovere e sostenere progetti di imprenditoria sociale e innovazione nel settore della migrazione. 

L'Italia, che è tra i primi paesi dove sbarcano i migranti dopo la Germania, non è rimasta immune al generale clima di intolleranza nei confronti degli immigrati, la cui presenza viene spesso attribuita ad aumenti di criminalità, insicurezza e degrado. 

Ashoka Italia ha lavorato per contrastare la tendenza di come il tema viene generalmente trattato: l'obiettivo di Hello Europe è modificare il paradigma secondo cui l'immigrazione è un problema, trasformandolo in una visione della migrazione umana come opportunità di crescita, cambiamento e sviluppo per le società e i territori. 

In Italia, Hello Europe è partito con un evento a Torino il 12 aprile 2019. Dopo un'attenta selezione da parte di Ashoka Italia in collaborazione con i partner e alcuni Ashoka Fellows, è stato avviato un percorso per 15 selezionati che hanno saputo distinguersi per le innovazioni apportate nel campo dell’imprenditoria sociale; in una galassia eterogenea di proposte, idee e progetti sociali mirati a ribaltare i paradigmi del mondo della migrazione, Ashoka Italia ne ha selezionati 15 che hanno potuto presentare il proprio progetto e in 8 sono riusciti a passare la fase cruciale di un percorso che mira a trasformare l’innovazione sociale in una reale proposta di cambiamento. 

 
Dalla mappatura che ha visto coinvolte più di 100 realtà sparse in tutta Italia, sono emerse personalità eclettiche e capaci di veicolare nuove prospettive di azione e mutamento sociale come Chris Richmond N’zi, che attraverso la sua start up Mygrants ha saputo convincere la giuria dell’importanza di mappare talenti e competenze dei cittadini stranieri che vivono in Italia. Anche la realtà tutta etica e lavoro di Funky Tomato, la cui lotta contro lo sfruttamento e il caporalato nasce da una semplice bottiglia di pomodoro, è salita sul palco tra gli 8 finalisti.  
 
Gli altri protagonisti sono stati Mamadou Lamine Ndiaye col suo Mama Venture, Wajat Abbas che dalla sua piattaforma sociale Il Grande Colibrì presta sostegno e attenzione ai giovani omosessuali stranieri in condizioni di fragilità; Donatella Forconi che con la sua impresa Cuochi a Colori, che lavora con le donne migranti attraverso l’empowerment nato dallo storytelling di piatti e sapori tipici dei paesi di provenienza, Mara Alacqua, ideatrice di BeeMyJob che attraverso l’apicoltura forma lavoratori migranti, impiegati in un settore piuttosto vivace, Samantha Musarò di Semino con la sua impresa a chilometro zero, e infine Luca Iacovone che con Silent Accademy lavora al fine di valorizzare i saperi artigianali dei rifugiati presenti in Italia. 
 
 
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Ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza un metodo familiare ed efficace, che Ashoka utilizza da tempo per mappare l’imprenditoria sociale: la snowball analysis, una modalità di raccolta dati per identificare efficacemente attori chiave, specialisti, nuovi operatori e realtà periferiche in un settore specifico. Il metodo è innovativo perché utilizza lo strumento delle interviste e delle nomination per allargare la rete di realtà conoscibili. In questo modo agli individui chiave individuati viene chiesto di segnalare chi ritengano sia importante e stia innovando un determinato settore. 
 
Attraverso la mappatura è emerso che l’Italia è un Paese dove l’imprenditoria sociale rivolta alla migrazione è un fenomeno abbastanza recente; che c’è una dispersione a macchia di leopardo di realtà innovative ma in scarso contatto tra di loro, e ciò che forse costituisce la nota più dolente è che non sia presente un ecosistema altamente funzionale. Ma al fianco delle problematiche, è emersa la forte volontà di collaborazione e contaminazione. Unisce infatti la certezza di poter trovare finalmente una terza via all’approccio buonista o cattivista: la via della migrazione che fa innovazione sul territorio nazionale.  
 
Di fatto il 62% dei partecipanti ha dichiarato che ci sono altissime probabilità che la loro organizzazione o loro come individui inizino a collaborare con gli imprenditori sociali conosciuti all’evento. Altri dati raccolti segnalano che l’80% ha dichiarato che dopo l’evento si sente più fiducioso che l’Italia possa affrontare con successo le sfide che comporta il fenomeno migratorio. 
Il 90% ha dichiarato di avere molta più consapevolezza riguardo alla complessità delle questioni e alle soluzioni possibili per affrontare il fenomeno migratorio. 
 
 
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Gli otto vincitori hanno successivamente partecipato ad un programma di mentorship e accelerazione che li ha guidati verso un percorso di crescita e maggiore collaborazione.