Intervista a Federico Garcea, nuovo Fellow di Ashoka Italia

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Il nuovo Ashoka Fellow italiano ha un’idea all’apparenza semplice, ma rivoluzionaria: piantare alberi. Negli ultimi otto anni grazie all’organizzazione di cui è co-fondatore ha contribuito a piantarne oltre 400.000, distribuiti tra Africa, America Latina, Asia e anche Italia. Tutto è nato da un gioco online, ma il lavoro di Federico Garcea oggi si distingue per l’elevato impatto ambientale e sociale. Un impatto, abbinato a un approccio innovativo, che Ashoka ha voluto premiare con l’elezione alla Fellowship.

Federico Garcea è fondatore, insieme a Tommaso Speroni, di Treedom: una piattaforma che permette a persone e aziende di piantare alberi da remoto, “compensando” le proprie emissioni di CO2 e contemporaneamente finanziando  piccoli agricoltori in difficoltà economica. Un'alleanza tra gli agricoltori e chi decide di sostenere il rimboschimento e la piantumazione di nuovi alberi,  come modo per catturare COe per fornire ai piccoli proprietari una fonte di reddito sostenibile a lungo termine. Treedom consente agli agricoltori di avviare anche piccole imprese imprenditoriali, aiutandoli a colmare il divario temporale tra la piantumazione, la crescita e rendita dell’albero.  

Un’idea innovativa: da piante virtuali ad alberi reali
L’idea di Treedom prende spunto da un gioco online molto popolare qualche anno fa: Farmville. Chi non vi ha mai giocato, lo ricorderà per gli inviti che intasavano le notifiche di Facebook. Farmville permette di coltivare un proprio giardino virtuale: piantando, curando e raccogliendo i frutti di piante e alberi virtuali, comperati con le monete guadagnate all’interno del gioco o acquistate con soldi reali. Federico era giocatore appassionato: un giorno ha pensato che, anziché acquistare alberi virtuali, lui e milioni di altri giocatori avrebbero potuto spendere i propri soldi per piantare alberi veri - se solo fosse esistita una piattaforma che lo rendesse altrettanto semplice. Perché non crearla?

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Cambiare il paradigma esistente sull’utilizzo del terreno
Secondo uno studio della World Bank, nel mondo circa 2 miliardi di ettari di superficie forestale sono danneggiati o distrutti. Il Global Forest Watch stima che nel solo Camerun, tra il 2001 e il 2010, siano andati distrutti circa 353.000 ettari di superficie forestale. Gli effetti della deforestazione nella regione vanno dall'erosione delle terre agricole e prosciugamento di bacini idrici alla desertificazione, dalla scomparsa di specie vegetali e animali alle modifiche delle condizioni climatiche locali e regionali, con ripercussioni anche sul riscaldamento globale (Gbetnkom, 2005). Sempre secondo lo studio della World Bank, le attività di deforestazione svolte dai piccoli proprietari pongono il pericolo di un'ulteriore decimazione del suolo a copertura forestale. “In Africa solitamente un contadino preferisce fare agricoltura anziché piantare degli alberi da frutto, perché ha un ritorno sull’investimento dei semi in tempo più breve. L’agricoltura però richiede più lavoro, è più soggetta ai cambi climatici e alle oscillazioni di prezzo”, spiega Federico. Questo circolo vizioso potrebbe essere rotto attraverso il rimboschimento e la piantagione di alberi da frutto. Ma far crescere degli alberi è un investimento a lungo termine, senza rendimenti intermedi e che spesso comporta un rischio elevato a causa dei rischi naturali.

"Io e Tommaso lavoravamo in una zona dove le foreste venivano depredate e gli abitanti dei villaggi venivano pagati per tagliare gli alberi. Noi volevamo invertire questa tendenza”

Proprio in Camerun è stato piantato il seme di quella che è oggi la missione dell’organizzazione del nuovo Fellow di Ashoka Italia: “Prima di fondare Treedom (nel 2010, ndr), io e Tommaso lavoravamo per una società impegnata in progetti di elettrificazione dei villaggi rurali in Camerun. Lavoravamo in una zona dove le foreste venivano depredate e gli abitanti dei villaggi venivano pagati per tagliare gli alberi. Noi volevamo invertire questa tendenza” - racconta Federico. Per farlo, si sono inventati un progetto che permette a chiunque di finanziare l’acquisto del seme di un albero da frutto che viene piantato dagli agricoltori in difficoltà: “Per chi entra a far parte della community di Treedom, piantare un albero di mango o di avocado ha un costo che parte da circa 12 euro: noi finanziamo gli agricoltori per i primi 3 anni, poi gli alberi inizieranno a produrre e gli agricoltori a rivendere i frutti. Per un agricoltore possedere 100 o 200 alberi costituisce reddito extra, perché al contrario dell’agricoltura non richiede un lavoro full-time, ma un’attività sussidiaria. Questo permette all’agricoltore di raggiungere un livello di stipendio ragionevole”.

Gli agricoltori coinvolti nei progetti di Treedom suggeriscono direttamente quali specie di alberi piantare, scegliendo quelli che meglio rispondo alle loro necessità e che più rispettano la biodiversità locale. Spiega Federico: “Piantiamo specie autoctone per favorire la sicurezza alimentare e cercare di costruire una micro-imprenditorialità locale”. I progetti vengono infatti realizzati direttamente dalla popolazione locale (singoli agricoltori o piccole cooperative) che diventano proprietari degli alberi da frutto e dei prodotti. Inoltre, anche con il supporto di università locali, Treedom organizza sessioni di formazione volte ad aumentare le competenze degli agricoltori in silvicoltura, potatura, concimazione organica e agro-alimentare, fornendo gli strumenti per mantenere in piedi, dalla coltivazione alla vendita, una piccola azienda agricola fondata sulle colture consociate.

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È possibile geolocalizzare un albero?
Tutti gli alberi piantati all’interno dei progetti seguiti da Treedom sono tracciabili attraverso un sistema di geolocalizzazione. Ogni albero è geolocalizzato e fotografato, in modo tale che ciascun utente possa seguire la crescita del “proprio” albero e monitorare la propria compensazione di CO2. Perché questo avvenga, Treedom ha messo a punto un modello specifico: “Applichiamo un protocollo Treedom standard. Inizialmente cercavamo progetti, ma ora veniamo contattati da agricoltori o cooperative di agricoltori, attraverso le ONG locali e il passaparola. A queste persone chiediamo della documentazione, ci spiegano il progetto e perché vogliono piantare degli alberi e quale problematica ambientale vogliono contrastare. Se progetto ci piace, proponiamo un contratto in cui loro propongono quali alberi piantare e in quale quantità, con quali benefici per l’ambiente. Poi facciamo una visita in loco, verifichiamo la documentazione, facciamo la formazione, insegniamo soprattutto a usare il nostro software di geolocalizzazione. Quando fanno i trapianti ci mandano dei file con foto, geolocalizzazione e nome del contadino che ha trapiantato. Verifichiamo che tutti i dati corrispondano e poi approviamo”. A quel punto l’utente che ha acquistato l’albero “virtualmente” può geolocalizzarlo nella sua collocazione reale. (Per approfondire: https://bit.ly/2SAXjpg).

Pianta il tuo albero”
Su Treedom si possono acquistare alberi di mango, cacao, arancio, pompelmo e macadamia, per citarne solo alcuni. Tra i paesi di coltivazione si leggono Kenya, Thailandia, Camerun, Haiti. I progetti dell’organizzazione oggi coinvolgono quasi 600 aziende, più di 116.000 persone e oltre 26.000 agricoltori. Grazie a Treedom, ciascuno può contribuire a contrastare la deforestazione e a sostenere gli agricoltori in difficoltà: decidendo di piantare un albero. Treedom risponde, in un certo senso, all’appello di Versilov - personaggio letterario creazione dell’ingegno di Dostoevskij - che tra le pagine de L'Adolescente, il romanzo del 1875 in cui compare, afferma: “Eleverei a comandamento l’obbligo, per ogni uomo colto, di fare la felicità di almeno una creatura nel corso della sua vita - ma di farla praticamente, cioè effettivamente, così come imporrei a ogni contadino di piantare almeno un albero nel corso della sua vita, considerato il disboscamento della Russia” - o del Camerun, o della Thailandia, o di altrove.


Sito: www.treedom.net | Facebook