Curated Story
italia_che_cambia.jpg
Source: italia_che_cambia.jpg

Gli imprenditori sociali possono risanare la fiducia nei mezzi di informazione

This article originally appeared on Forbes

Di Laxmi Parthasarathy e Michael Gordon

Settimana scorsa, negli Stati Uniti, il Congresso ha torchiato Mark Zuckerberg in merito alle falle nel sistema di protezione dei dati, agli hacker russi e al monopolio della diffusione di contenuti. E poiché due terzi dei cittadini americani si affidano ai social media per informarsi, la crisi di affidabilità di Facebook sta minando ulteriormente la fiducia da parte dell'opinione pubblica nei media. Chiunque, dai legislatori alle società mediatiche, è concentrato su come risolvere la questione delle piattaforme dei social media, per esempio progettando algoritmi che permettano la verifica dei fatti. 

Ma il problema dei social media è solo una delle miriadi di ragioni per le quali l'industria dell'informazione - e le edizioni locali in particolare - fatica a mantenere la fiducia del pubblico. Oltre e prioritariamente rispetto a una riforma dei social media, è necessaria una strategia più ampia per ripensare l'informazione a livello locale e rifondare un patto di fiducia con l'opinione pubblica. Settimana scorsa abbiamo pubblicato il report "The Bottom-Up Media Revolution" (La rivoluzione dal basso dei media), mostrando che nonostante polarizzazione, concentrazione della proprietà dei mezzi di informazione e sfaldamento della fiducia nei media minaccino di danneggiare la democrazia, esistono comunque incredibili innovatori seriamente impegnati a porvi rimedio. Tali innovatori sono conosciuti come imprenditori sociali e sono capaci di radunare le risorse delle comunità per risolvere i problemi locali. Il nostro report mette in luce i loro approcci unici nel rispondere alle sfide che l'industria mediatica deve affrontare al giorno d'oggi. 

I nostri risultati nascono da una ricerca di Ashoka in collaborazione con la University of Michigan. Poiché molti dei 3500 Ashoka Fellow (imprenditori sociali) che Ashoka selezione e supporta operano nel settore dei media, Ashoka dispone di una miniera di dati riguardanti le innovazioni in grado di rivoluzionare il settore dell'informazione. Abbiamo analizzato questi dati per capire come gli imprenditori sociali in tutto il mondo stiano tentando di apportare un miglioramento nel panorama mediatico e abbiamo individuato gli approcci di maggior successo. 

La prima scoperta è stata una pluralità straordinaria: abbiamo identificato imprenditori sociali provenienti da 22 paesi e operanti in oltre 30 paesi per implementare soluzioni per un'informazione locale indipendente. Ma abbiamo anche riscontrato ampie somiglianze. Per esempio, l'84% degli innovatori oggetto del nostro studio cerca di motivare e dare risalto al pubblico come changemaker. Ciò significa fornire al pubblico nuove opportunità per creare contenuti (anziché semplicemente esserne consumatore) e impiegare quindi quei contenuti per creare cambiamento all'interno delle proprie comunità. 

Per esempio, Anshul Tewari è il fondatore di Youth KiAwaaz, basata in India, che mette a disposizione dei giovani una piattaforma online per pubblicare loro contenuti. La piattaforma ha spinto oltre 100.000 utenti a esprimere la propria voce. Oggi, Youth KiAwaaz è una delle più grandi piattaforme in India per il coinvolgimento dei giovani su tematiche sociali, dalla discriminazione sessuale ai diritti tribali, raggiungendo oltre 4 milioni di lettori al mese. E come conseguenza, le voci dei giovani stanno influenzando il discorso pubblico e stimolando policymakers, società e altri giovani a prendere posizione. 

Un'altra caratteristica comune che abbiamo osservato è che l'88% degli imprenditori sociali ha provato ad avviare partnership con altre organizzazioni mediatiche. Un esempio significativo è quello di Jessica Mayberry, la cui organizzazione Video Volunteers cerca di dare risposta al problema della sottorappresentanza delle comunità non urbane nei principali mezzi di informazione. Il suo modello si basa sul formare produttori di video volontari nei piccoli centri abitati, equipaggiarli con una videocamera di base e incoraggiarli a iniziare a filmare storie che loro ritengono meritino di essere raccontate. Ogni produttore realizza da uno a quattro video al mese e riceve un compenso per le proprie riprese. Video Volunteers quindi modifica i video, inserisce i sottotitoli e li rivende ai principali mezzi di informazione. L'organizzazione di Mayberry è presente in Brasile, India, Stati Uniti e progetta di continuare a scalare il proprio modello a livello globale. 

Molti altri imprenditori sociali - oltre il 30% - contano su programmi formativi per migliorare la rappresentanza delle comunità nei media. Per esempio, Cristi Hegranes offre un programma formativo di 6 mesi al Global Press Institute per donne da paesi e comunità sottorappresentate, che sono poi assunte dal Global Press Journal. Cristi ha lanciato Global Press per assicurarsi che trasparenza e rappresentanza fossero al centro della sua attività mediatica. Oggi opera in 26 uffici indipendenti in tutto il mondo. 

L'informazione locale è a un punto critico. Un report di Pew del 2016 ha scoperto che solo 2 su 10 americani "si fidano dell'informazione che ricevono dai mezzi di informazione locali, sia online che offline". E dal 2000, nei soli Stati Uniti si sono persi circa 20.000 posti di lavoro nei media locali. La verifica dei fatti attraverso algoritmi dei social media è solo una toppa alle crepe che lacerano le comunità, e non darà aiuto alle agenzie di stampa locali assediate dall'ondata di concentrazione della proprietà dei mezzi di informazione. 

Ecco perché gli imprenditori sociali impegnati a ricostruire la fiducia tra le comunità locali e i media meritano maggiore supporto. Questo richiederà maggiori finanziamenti da parte di fondazioni filantropiche e da leader aziendali che siano motivati a migliorare la società e pronti a farsi avanti. Molti degli imprenditori sociali al centro del nostro studio sono in grado di recuperare i fondi per sostenere le proprie attività una volta che operano a livello diffuso, ma i fondi per le loro imprese in fase di start-up restano cruciali per espandere il gruppo di innovatori al servizio delle comunità locali in tutto il mondo. Con un migliore supporto, una rivoluzione dal basso ha il potenziale per riabilitre i mezzi di informazione locale nella posizione di fiducia che abbiamo disperato bisogno che ricoprano.

Continue Reading